Andamento meteorologico
Il periodo invernale è stato meno piovoso del solito e all’esordio della primavera le riserve idriche dei terreni non erano completamente ricostituite: tra ottobre 2016 e marzo 2017 sono caduti in totale solo 280 mm di pioggia contro i circa 400 mm della media pluriennale di questo periodo. Le temperature sono state mediamente più basse in gennaio e più alte in febbraio e marzo.
Nel mese di aprile, tra il 19 e il 21, dopo un avvio di primavera mite e temperature sopra la media, un’ondata di freddo proveniente da Nord ha fatto precipitare le minime termiche notturne sotto zero causando danni ai teneri germogli sia nelle zone di fondovalle (prevalentemente), sia in quelle collinari dove le viti si trovavano in una fase vegetativa più avanzata. Non si è verificata una normale gelata per inversione termica (irraggiamento), che solitamente causa danni nei fondivalle, ma una gelata dovuta a masse di aria fredda trasportate (avvezione) e rimescolate dal vento che hanno determinato danni generalizzati nel loro percorso, danni spesso molto gravi nei fondivalle dove tali masse si sono “fermate”.
La restante parte della primavera è stata caratterizzata da temperature sopra le medie, soprattutto nel mese di giugno, bassa umidità relativa e scarsa piovosità. Luglio ha avuto un andamento meteo nella norma, con il perseverare di caldo secco e forte soleggiamento. A fine luglio, dopo alcune benefiche piogge che lasciavano immaginare un abbassamento delle temperature, è arrivata una nuova straordinaria ondata di caldo che ha fatto registrare massime termiche giornaliere di 35-40°C nella prima decade di agosto e di 30-35°C nella rimanente parte del mese. All’agosto eccezionalmente caldo e secco è seguito un settembre fresco, con temperature sotto le medie, accompagnato da 5-6 provvidenziali giorni di pioggia.
Andamento vegeto-produttivo
Il germogliamento è stato rapido e uniforme ed è avvenuto nelle varie zone del territorio tra la fine di marzo e la prima settimana di aprile.
L’attività vegetativa ha subito un brusco arresto in occasione della violenta gelata del 19-21 aprile quando i germogli dei diversi vigneti avevano una lunghezza compresa tra 5 e 40 cm. Il gelo, dove ha colpito, ha devitalizzato totalmente o parzialmente i germogli e le relative infiorescenze, riducendo o azzerando la produzione potenziale. Si stima che circa il 20% dei vigneti poliziani sia stato interessato dalla gelata.
Col risalire delle temperature l’accrescimento dei germogli è ripreso, ma in modo lento e graduale, sia a causa dello shock termico subito dalla vegetazione sia per la limitata disponibilità idrica dei terreni. A fine maggio era ancora molto evidente la difformità di sviluppo dei germogli tra le parti alte dei vigneti e quelle basse, più o meno danneggiate dal gelo, che hanno lentamente ricostituito la chioma.
La fioritura, piuttosto precoce, è iniziata e si è completata senza interruzioni nell’ultima decade di maggio.
La crescita degli organi verdi è continuata in giugno e luglio con un ritmo piuttosto contenuto. A metà luglio, con forte anticipo rispetto alle annate passate, i germogli hanno cominciato ad arrestare la loro crescita e a lignificare. Nel contempo è iniziata l’invaiatura. Al precoce esordio dell’invaiatura non ha fatto seguito però una rapida chiusura della stessa; infatti lo stress idrico crescente, acuito dalle correnti calde e secche della prima decade di agosto che hanno esasperato l’evapotraspirazione, ha fatto progredire molto lentamente il processo, il quale si è concluso solo verso la metà di agosto. L’arsura di agosto oltre a rallentare l’invaiatura ha anche causato forti defogliazioni e disidratazioni dei grappoli nei vigneti dove le riserve idriche erano scese a livelli critici per le piante. Tali effetti sono stati più gravi sulle varietà internazionali, in particolare su quelle precoci, che sul Sangiovese e sulle altre varietà autoctone, a dimostrazione di un maggior adattamento di queste varietà all’ambiente pedoclimatico della zona.
Lo stato di sofferenza generalizzato dei vigneti si è concluso con l’arrivo di settembre. Già dal primo giorno del mese le temperature sono scese di 7-8°C e sono cadute le prime piogge. Nell’arco delle prime tre settimane del mese si sono verificate 5-6 precipitazioni che hanno consentito alle viti di reintegrare le riserve idriche e completare in modo ottimale il processo di maturazione dei grappoli risparmiati dal gelo e dalla canicola estiva.
Come già osservato in annate simili, ad esempio il 2012, le piante hanno risposto alle scarse disponibilità idriche formando germogli poco vigorosi con internodi corti, foglie e grappoli di dimensioni contenute con acini eccezionalmente piccoli. Altra caratteristica dell’annata è stata la concentrazione non particolarmente elevata degli zuccheri all’interno delle bacche. Infatti, con le piogge di settembre le piante hanno preso ad assorbire acqua con forza e gli acini idratandosi hanno incrementato il peso e diluito gli zuccheri accumulati fino a quel momento. Nel prosieguo della maturazione gli zuccheri si sono ovviamente accumulati ma senza raggiungere i livelli molto elevati che generalmente si riscontrano nelle annate calde.